Stefano Mariani

” […] Luoghi (o nonluoghi) familiari eppure anonimi, riconoscibili eppure impersonali, racchiusi entro l’unica persuasione della loro evidenza, le città si estendono lungo orizzonti occlusi da imponenti e incombenti cattedrali edilizie, tra il monocromo grigiore di una tavolozza controllata dai bianchi e dai neri, e rappresentano palcoscenici teatrali di storie umane parcamente accennate, anch’esse sottilmente descritte, fugacemente accennate dalla presenza di sagome ombrose, abbandonate nell’infinito presente di un incedere pigro, lungo simbolici tragitti lineari e solitari....

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Stefano Martignago

” [...] Non-esseri e non-luoghi divengono astrazioni della loro consistenza figurativa, emergono dall’impasto materico con passaggi di pennello associati a graffiature del colore per lasciarsi solo blandamente lambire e mai penetrare, mai attraversare dal giudizio critico, quasi deferenti e casuali. Allegorie dunque della contemporanea e moderna incapacità di evolvere, dell’appagante quanto innaturale apatia che ci schiaccia e ci appiattisce nel tempo, accentuata da sapienti tagli fotografici che bloccano gli sviluppi narrativi e creano (per poi rapidamente stemperare) tensioni tra...

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Emilio Pian

” [...] Oltre le precise coordinate fornite dunque dallo spazio e dal tempo e le vulnerabilità imposte alla materia da queste imprescindibili variabili e dalla loro percezione nel “nuovo presente”, l’azione dell’artista si riscopre costantemente attuale, resa contemporanea e comprensibile dal rapporto con l’atto reiterato della raccolta che annulla prontamente le distanze tra il ciò che è stato e il ciò che è, consentendo di correlare l’oggetto presente con la sua suggestione lontana, rivisto da sguardi più attenti e consapevoli e dal costrutto mnemonico che conferisce...

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Tiziano Bellomi

” [...] Le sculture di cemento, minimali e materiche – anch’esse eternizzazione di un archetipo – di Tiziano Bellomi, i cui oggetti artistici (selezionati tra le opere prodotte da altri artisti), cementificati e imprigionati dentro l’oggetto-manufatto, rifuggono un’immediata quanto parziale fruizione visiva, si allontanano da un giudizio critico superficiale e sommario e ridiscutono – intraprendendo molteplici digressioni concettuali tra apparenza ed essenza – i principi di verità e di autorevolezza di forme d’arte che ambirebbero ad essere onnipresenti...

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Christian Gobbo

” [...] le sculture al neon di Christian Gobbo, attraverso le quali la parola – diffusa e trascesa in metafisici bagliori che smaterializzano l’oggetto nel concetto – diventa pretesto riflessivo per percepire presunte forme d’illuminazione simili a scoperte iniziatiche [...] “. (da testo critico Axial Ages, a cura di Gatano Salerno)  

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Paolo Pavan

” [...] l’apparizione epifanica e inattesa – apparentemente effimera – di elementi archetipici negli oli su tela di Paolo Pavan le cui composizioni cromatiche, in perenne disfacimento e trasformazione, ridiscutono la certezza dell’oggetto ritratto, negata dalla metamorfosi stessa in atto e dalla netta e inevitabile simbiosi tra la forma compiuta e la sua speculare incompiutezza, visualizzazione pittorica del dubbio intellettivo [...] “. (da testo critico Axial Ages, a cura di Gaetano Salerno) Paolo Pavan – Il principio dell’accadimento_testo critico a cura...

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